COME RISPARMIARE GRAZIE AGLI INCENTIVI PER LE COMUNITÀ ENERGETICHE

Se stai valutando di unirti a una comunità energetica rinnovabile o di crearne una nuova, gli incentivi rappresentano sicuramente uno degli aspetti più interessanti da considerare. In questa guida, esploreremo nel dettaglio come funzionano gli incentivi per le comunità energetiche nel 2025, aiutandoti a comprendere i reali vantaggi economici di questa scelta.

Il sistema di incentivazione

Il sistema di incentivazione per le comunità energetiche è stato pensato per rendere questi progetti non solo sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche vantaggiosi economicamente.
Infatti, chi partecipa a una comunità energetica riceve:

- Una tariffa incentivante: è un contributo che viene riconosciuto dal GSE per ogni kilowattora di energia prodotta da fonti rinnovabili e condivisa virtualmente tra i membri della comunità. Questo incentivo dura 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto e varia in base alla dimensione dell’impianto e al valore di mercato dell’energia: si va da un minimo di 60 euro a un massimo di 120 euro per megawattora. In più, per gli impianti fotovoltaici è prevista una maggiorazione fino a 10 euro/MWh, in base alla zona geografica in cui si trova l’impianto.

- Un corrispettivo di valorizzazione: si tratta di un compenso aggiuntivo definito da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), calcolato in base alla quantità di energia autoconsumata virtualmente all'interno della Comunità Energetica. Questo contributo ha lo scopo di premiare il minor utilizzo della rete elettrica nazionale, dato che l’energia viene prodotta e consumata localmente. Proprio per questo motivo, non dipende dal tipo di impianto utilizzato, ma dalla vicinanza geografica tra chi produce e chi consuma l’energia. Attualmente, questo corrispettivo è pari a circa 8 euro per ogni megawattora di energia autoconsumata.

Se una parte dell’energia prodotta non viene autoconsumata subito, cioè utilizzata direttamente dai membri della Comunità Energetica al momento della produzione, resta comunque di  proprietà del produttore, che potrà venderla sul mercato o chiedere al GSE (Gestore dei servizi energetici) di acquistarla tramite il  ritiro dedicato, a condizioni vantaggiose (scopri di più sul ritiro dedicato).

Inoltre, per le comunità energetiche che si costituiscono in comuni con una popolazione fino a 50.000 abitanti, è previsto un contributo a fondo perduto pari al 40% dei costi ammissibili dell’investimento, grazie ai fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Questa misura è stata introdotta dal nuovo aggiornamento normativo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 16 maggio 2025, che ha ampliato la platea dei beneficiari rispetto alla versione precedente del decreto, inizialmente riservata solo ai comuni sotto i 5.000 abitanti.
Un’ulteriore modifica di rilievo riguarda la decurtazione dell’incentivo. Infatti, la decurtazione del 50% dell’incentivo, prevista in precedenza, non è più applicabile neanche alle persone fisiche, oltre ai soggetti già previsti.

Il decreto è attualmente in fase di verifica presso la Corte dei Conti. Solo dopo questo passaggio potrà essere pubblicato e successivamente entrare in vigore.

Qual è il risparmio concreto?

Prendiamo come esempio una famiglia di quattro persone con un consumo medio annuo di 3.200 kWh e una bolletta annuale di circa 1.900 euro (considerando una tariffa media di 0,60 €/kWh). Partecipando a una comunità energetica con un impianto fotovoltaico, questa famiglia potrebbe ottenere:

- Un risparmio in bolletta di circa 1.500 euro all'anno grazie all'autoconsumo dell'energia prodotta dal proprio impianto ed autoconsumata;

- Un ulteriore beneficio di 500 euro all'anno dalla valorizzazione dell'energia immessa in rete; 

- Un guadagno aggiuntivo, in media, di circa 100-150 euro all'anno dalla ripartizione degli incentivi sull'energia condivisa.

In totale, considerando tutti questi fattori, una famiglia di quattro persone può arrivare a risparmiare tra i 2.100 e i 2.150 euro all'anno, che rappresentano circa il 110-113% della spesa energetica annuale. Questo calcolo tiene conto anche dei costi di gestione e manutenzione della CER, già detratti dal risparmio totale.

Per le piccole e medie imprese, questi risparmi possono essere ancora più significativi, soprattutto se si considera l'autoproduzione di energia nelle ore di maggior consumo.

Chi può accedere agli incentivi?

L'accesso agli incentivi è aperto a tutti i membri di una comunità energetica che rispettano determinati requisiti. Non è necessario essere proprietari degli impianti di produzione: anche chi partecipa solo come consumatore può beneficiare dei vantaggi economici della condivisione energetica. L'importante è che i membri siano collegati alla stessa cabina primaria e che l'energia venga prodotta da fonti rinnovabili.

Il processo di richiesta e gestione

Ottenere gli incentivi richiede una gestione accurata e professionale. Il processo inizia con la registrazione della CER presso il GSE e prosegue con il monitoraggio costante dei flussi energetici. È qui che entra in gioco l'importanza di avere partner esperti che possono gestire gli aspetti tecnici e amministrativi, garantendo che la comunità ottenga il massimo dai meccanismi di incentivazione disponibili.

In questo ambito, HexErgy consente di effettuare non solo la progettazione e creazione della comunità energetica, ma anche di poterla gestire a 360 gradi, includendo il monitoraggio dei dati energetici e la distribuzione degli incentivi in modo trasparente, in base alle percentuali stabilite dai membri della CER

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Inoltre, attraverso la nostra piattaforma, gestiamo l’intero processo legato agli incentivi PNRR.